Eri seduto li davanti a me lo sguardo fisso nel vuoto, non
parlavi e non sembravi intenzionato nemmeno ad ascoltare; stavi immobile e
rigido come una statua di marmo. Mi sembrava di guardarti come si osserva un’opera
d’arte in un museo, da dietro una teca. La mia mano voleva toccare il tuo
braccio, il tuo viso ma eri come circondato da un campo elettromagnetico
invalicabile.
Non avevo nemmeno iniziato a parlare che la tua fermezza rese tutta quella situazione ancora più ridicola. Avevo bisogno di parlarti e confrontarmi ma era evidente che a te non importava nulla e io nel blocco della mia timidezza mi feci intimorire ancora di più. Impossibile parlarti, ho sentito il peso dell’umiliazione cadermi addosso per l’ennesima volta… ti ho guardato da lontano, scosso la testa e ho scelto di andarmene sbattendo la porta ricordando a me stessa di non tornare più sui miei passi.
Non avevo nemmeno iniziato a parlare che la tua fermezza rese tutta quella situazione ancora più ridicola. Avevo bisogno di parlarti e confrontarmi ma era evidente che a te non importava nulla e io nel blocco della mia timidezza mi feci intimorire ancora di più. Impossibile parlarti, ho sentito il peso dell’umiliazione cadermi addosso per l’ennesima volta… ti ho guardato da lontano, scosso la testa e ho scelto di andarmene sbattendo la porta ricordando a me stessa di non tornare più sui miei passi.
Nessun commento:
Posta un commento